Tutti gli osservatori economici sono ormai concordi nel ritenere che l’inversione del trend dei principali indicatori economici, ancora debole, ma costante, segnali finalmente la fine della lunga fase di recessione nell’area dell’Euro.
Nel nostro Paese le previsioni di crescita sono inferiori alla media europea stando a significare che probabilmente in Italia l’uscita dal tunnel sarà più lenta e meno sostenuta che negli altri paesi dell’Eurozona. E se questo dato sarà confermato a livello nazionale, quello relativo al Meridione sarà inevitabilmente ancora meno positivo.
Storicamente, infatti, per la debolezza congenita della sua struttura economica, il Sud rispetto ad altre aree del Paese subisce più rapidamente gli effetti negativi della recessione mentre intercetta con maggiore ritardo i segnali di ripresa.
“E’ quanto si è verificato in Campania in questi anni ed è quello che dovremo aspettarci nei prossimi mesi: nei nostri territori la crisi sarà più lunga e sarà più complicato agganciarsi ai nuovi processi di crescita”.
E’il commento dell’ ing. Piero Cappello che, da presidente del Consorzio Asi Caserta, dispone di un osservatorio privilegiato sull’andamento dell’economia casertana e soprattutto di quella del settore industriale. Pertanto, è lecito anche chiedere la sua opinione sulla possibilità di attivare qualche meccanismo per sostenere e accelerare questo processo.
“E’ inutile ripetere concetti che ormai sono noti a tutti riguardo ai ritardi strutturali e infrastrutturali del nostro Mezzogiorno. E’ solo il caso di aggiungere che fino a quando non si deciderà una volta e per tutte la mission economica del nostro Mezzogiorno e non si attiveranno tutte le risorse e gli strumenti necessari a realizzarla, il divario Nord-Sud non potrà mai ridursi in maniera duratura e significativa. Sono, ovviamente, percorsi da realizzare dapprima in ambito nazionale e, successivamente, anche in quello comunitario, ma sono indispensabili se si vuole evitare che l’Italia sia condannata a restare il fanalino di coda delle economie europee più forti. La drastica contrazione dei differenziali di rendimento con un paese come la Spagna, dalla quale fino a ieri sembravano dividerci anni luce in termini di parametri economici, è un segnale che non deve assolutamente essere sottovalutato”.
Cosa si può fare a livello locale?
“Anche questo è un concetto che è stato ripetuto più volte negli ultimi tempi e largamente condiviso. L’analisi degli effetti della recessione sull’industria campana e, in particolare, su quella casertana dimostra che le aziende con maggiore vocazione all’internazionalizzazione e, quindi, maggiore capacità di penetrazione sul mercato globale non hanno subito gravi ripercussioni, anzi, in qualche caso hanno persino migliorata la loro performance economica. La debolezza del nostro sistema sta proprio nella inadeguatezza della gran parte del nostro apparato produttivo e dalla sua difficoltà ad andare oltre il mercato interno. Ciò è impedito dalla insufficiente dimensione aziendale, dalla mancanza di know-how, dagli scarsi investimenti in innovazione e sviluppo e dalle resistenze a fare rete.”
Come si può uscire da questa spirale?
“E’ evidente che c’è, innanzitutto, un’esigenza di governo dei processi di sviluppo economico, soprattutto a livello regionale. E’ necessario un nuovo piano di rilancio e di riassetto del settore delle attività produttive che punti a sanare questo deficit, a sostenere lo sforzo d’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi e a rafforzarne le potenzialità incoraggiando le reti d’impresa. Ci auguriamo che con lo sblocco dei fondi per la Campania questo processo possa essere avviato al più presto.”
Qual è stato il ruolo dell’Asi in questi anni difficili?
“Si è fatto quello che è stato possibile a fronte di un blocco totale di tutti gli investimenti per la realizzazione di infrastrutture a sostegno dello sviluppo. I lavori della interconnessione sono proseguiti ed oggi la ex s.s.265 consente uno scorrimento più veloce e quindi un migliore collegamento con le aree industriali e gli assi viari di supporto e con le autostrade. Un collegamento che sarà ulteriormente rafforzato dallo sciuntaggio con il realizzando casello della A30 e con l’Interporto. Abbiamo proceduto ad un importante intervento di manutenzione straordinaria della viabilità e del verde dell’agglomerato di Marcianise-SanMarco, attraverso un accordo di collaborazione con le Aziende insediate. Le stesse aree sono state dotate di toponomastica risolvendo un problema annoso. Entro fine anno andrà a regime un moderno sistema di videosorveglianza, con oltre 50 postazioni video che consentirà il monitoraggio h24 di tutti gli agglomerati, innalzando in maniera significativa i livelli di controllo e sicurezza dell’area industriale. Questo intervento dovrebbe risolvere anche l’annoso problema degli sversamenti abusivi di rifiuti nelle nostre aree industriali.
Infine, è il caso di ricordare anche l’avvenuta regolamentazione della cartellonistica stradale e della segnaletica direzionale per le imprese, dopo decenni di totale abusivismo. E’ con orgoglio che posso dire che il modello predisposto dai nostri uffici è stato preso ad esempio da altri Consorzi e Comuni.
Ben 8 progetti redatti dagli uffici consortili e immediatamente cantierabili, cioè già pronti per essere posti a gara e realizzati, sono stati presentati alla Regione Campania nell’ambito delle procedure di finanziamento previste dalla delibera di Giunta Regionale per la velocizzazione della spesa dei fondi comunitari.
Si tratta di interventi importanti che vanno sempre nella direzione del rilancio e della riqualificazione della dotazione infrastrutturale dei nostri agglomerati, per migliorarne l’attrattività e incoraggiare la ripresa di investimenti produttivi.
C’è da dire che fa ben sperare il dinamismo dell’Assessore regionale alle attività produttive, on. Fulvio Martusciello, che mostra una nuova e concreta attenzione verso tutte le realtà produttive della Campania. Ho motivo di ritenere che, a breve, su Caserta, arriveranno notevole risorse sia per il potenziamento dei settori in crescita (moda) che per aiuti concreti e mirati ai settori in crisi (elettrodomestici).